Che l’Italia ormai si regga solo sul potere delle lobby è cosa risaputa; che quella di maggiore presa, di maggior potere sia quella dei magistrati è sotto gli occhi di tutti.
E fin qui se i suddetti facessero a pieno il loro dovere non ci sarebbe nulla o quasi da eccepire: doveroso a volte sostituirsi ad una classe politica impalpabile e corrotta, ma quando i magistrati (attenzione non un magistrato) truccano addirittura i loro concorsi, possiamo tranquillamente dire che il barile è stato svuotato e si sta raschiando la morchia sul fondo.
La truffa rise al 1992: l’avvocato Pierpaolo Berardi partecipa al concorso per editore giudiziario (lo stesso della dottoressa Morvillo Falcone) e viene sorprendentemente bocciato. Il Berardi fa ricorso che viene accolto da Tar e Consiglio di Stato mentre Ministero e CSM fanno orecchio da mercante.
Ora a distanza di 25 anni, dopo che nel 2008 il CSM ha riconosciuto che l’elaborato del dott. Berardi non è stato nemmeno letto, mai esaminato dalla commissione, nulla è avvenuto per riparare al danno e nulla avverrà … Complimenti giustizieri.