Perché non si indignano più adesso che sono considerate da tutto quel mondo “radical chic” un mezzo riproduttivo,pagate un tanto al chilo, per produrre dei giocattolini?
La Maison assicura il prodotto finito con specifiche caratteristiche minuziosamente descritte in catalogo.
Il tutto disciplinato e supportato da un contratto tra l’ordinante e la fattrice.
Ecco il punto cardine: finalmente un ruolo ben definito fattrice/operaia con diritti riconosciuti ed assicurati ,giusto prezzo del prodotto, spese riconosciute in corso d’opera (taxi,spese mediche,vestiario premaman ecc.ecc.)
Richieste sindacali già in corso : il macchinario/utero di produzione dato in leasing (affitto è così volgare per il radical) per nove mesi, riutilizzabile per 20 anni riproduttivi,tre mesi di pausa/ferie tra la consegna di un prodotto e l’altro, reddito esentasse per l’alta finalità sociale e diritto alla pensione anticipata per lavoro precoce ed usurante.
Fondamentale è che finalmente la femmina oggetto capitola a favore della donna fattrice novella operaia/suora sacrificata all’ara del dio danaro e votata alla nobile causa di dare un giocattolo (ben pagato) a chi la natura crudele non ha dato i mezzi auto sufficienti per provvedere, ma la gay-iezza di sentirsi diversi.
Tutto il resto è già preistoria.