Ma ne vale la pena di perdere tempo a seguire questi quattro nullafacenti della politica e la loro finta bagarre ?
Oggi chi fa politica ha un certezza ben precisa : essere più intelligente ,certo più sveglio della massa, che un tempo si chiamava popolo.
“Loro” Sono i protagonisti. Si alzano la mattina e dovendo occupare il tempo cominciano a giocare.
Il gioco principe è quello di sparare cazzate, vince il game quotidiano chi ne ha smargiassata una grossa.
La supercazzola ,sperando di far parlare tutti i media il più a lungo possibile, per una comparsata, un talk, o almeno una intervistina.
Mostrarsi, esserci assolutamente, dilatare il tempo, che di questi tempi (sic !) corre velocissimo e brucia tutto in un battere di ciglia.
Interessarsi dei problemi ? Lascia stare , meglio non far danni si risolvono da soli.
Per gioco si insinua, si fa intendere di sapere.
Come il tormentone : ma il “patto del nazareno”(che poi altro non è che la nuova spartizione del bottino) c’è o non c’è ?
Si cade dalle nuvole, si allude, si aggiungono particolari, finte analisi facendo finta di meravigliarsi, chi più chi meno come consumati attori di telenovelas.
Infatti tutti hanno capito, si vede lontano un miglio che sanno perfettamente, ma nessuno dice niente di più; solo quanto basta.
Se il gioco venisse dichiarato concluso: tutti a casa, con il rischio di non essere più richiamati a giocare; magari sostituiti dal neo furbo-dritto che pressa e morde i talloni.
Hai visto mai. Chi sa forse, magari preso da delirio di eccessiva bravura, si fa per dire, un pò troppo agitato sulla scena, si fosse fatta qualche battuta non in copione con la voce più impostata, insomma rotto i….. gli schemi , c’è sempre il regista fuori scena, senza possibilità di replica, che dice al caporale di turno: “ questo me lo cacci”.
E gli ingenui paganti spettatori. Hanno altro che li assilla il dramma quotidiano: il mutuo, le bollette, i figli, il coniuge con l’amante ….. Seguono senza pensare, come davanti alla TV in uno stato di torpore perenne in attesa di addormentarsi.
