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Il Governo Scalfari

da lundax

5 Stelle – PD: la cosa rossa 3 auspicata da Scalfari e le botte da orbi che ci saranno lunedì nella direzione DEM.

di AS per LINSOLENTE.COM

Dopo l’assegnazione dei seggi relativi ai parlamentari eletti all’estero, il computo totale degli stessi è il seguente: alla Camera cdx 263 seggi, m5s 222, csx 117 e leu 14 , al Senato invece: cdx 137 , il m5s 112 , csx 57 e leu 4; la soglia è di 316 a Montecitorio, a Palazzo Madama di 161.

Quale maggioranza post elettorale potrebbe formarsi all’inizio di questa legislatura? Per rispondere a questa domanda occorre guardare in casa DEM.

Nel PD monta la protesta contro il segretario, il quale sembra essere l’ultimo ostacolo rimasto ad un accordo tra il PD stesso ed il M5S, per la formazione del governo auspicato da Eugenio Scalfari. La mummia rossa ha definito l’accordo 5 stelle DEM come quello del “Governo della Sinistra Moderna“. Renzi sa perfettamente che l’abbraccio con i 5 stelle sarebbe mortale, rappresenterebbe la liquefazione del PD, perché significherebbe “porgere la testa al Boia”, per molti dirigenti Piddini, che non vedono più un futuro per il loro soggetto politico, questo non sembra essere un problema, la loro priorità è quella di far partire a tutti i costi una legislatura con il cdx all’opposizione.

Lo scenario che si prospetta per il PD è apocalittico, i DEM attualmente sembrano divisi in 3 fazioni, una che vorrebbe governare con i 5 stelle, una che vorrebbe restare all’opposizione totale, ed un’altra che vedrebbe bene un accordo col cdx se fosse possibile sostenere un premier diverso da Salvini.

Possiamo notare facilmente che il PD pare destinato a spaccarsi, e che Di Maio potrà contare sull’appoggio dei 14 deputati e 4 senatori di Grasso. L’operazione politica di cui si parla è resa difficile (ma non impossibile) dai numeri, al m5s , nonostante l’appoggio di Grasso, mancano 80 deputati e 45 senatori, per arrivare alla maggioranza risicata di 316 seggi alla Camera e 161 di al Senato. Senza un accordo strategico con il PD, pare difficile che ci possano essere 80 deputati su 117 e 45 senatori su 57, che si iscrivano al gruppo Misto, per appoggiare un governo Di Maio che, nella migliore delle ipotesi, si troverebbe in un sentiero molto stretto, limitato da un maggioranza risicata in parlamento da un lato, ed una UE che non gli consentirà di utilizzare facilmente la spesa pubblica per pagare le promesse elettorali dall’altro.

I primi segnali su cosa accadrà si avranno durante la direzione PD di lunedì, nella quale ci saranno botte da orbi tra le 3 fazioni in campo.

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